A volte credi di fare tutto giusto:
ti alleni, mangi poco, ti controlli.
Ma poi la vita ti ricorda che il corpo ha dei limiti…
anche quando non vuoi vederli.
AGOSTO 2015
Era il 15 Agosto del 2015 e, passeggiando nel Queensland, tra le sponde del Ross River, qualcosa dentro di me cambia. Nasce in me una potentissima voglia di essere diversa, più forte di un tornado, più forte della voglia di mangiare schifezze e stare a poltrire sul divano.
Io, sedentaria da sempre, mangiatrice seriale di patatine fritte, vengo colta da questa travolgente voglia di muovermi, di sentirmi leggera, in forma.
Volevo stare bene dentro e fuori, una vocazione, inaspettata, come un fulmine in una giornata soleggiata d’Agosto.
Adrenalina a mille, volevo iniziare immediatamente, non vedevo l’ora di raggiungere i risultati.
Dopo ben 28 anni di totale mancanza di attività fisica, volevo come ‘correre la maratona’, da sola, senza guida, pensando di fare bene e senza errori. Un po’ come andare in monopattino in autostrada, di notte e senza luci, pensando di tornare a casa sana e salva. Un fallimento preannunciato.
Ma io non me ne curo e inizio a fare la spesa salutare, a scaricare un’app contacalorie, a correre e a seguire un programma di allenamento casalingo. Una cosa nuova, mi faceva sentire invincibile.
Correvo diverse volte a settimana, mangiavo seguendo le calorie dell’app, mi nutrivo prevalentemente di carboidrati, le proteine le assumevo solo a cena e in piccole porzioni. Mangiavo quello che mi andava e poi tracciavo tutto sull’applicazione e se non riuscivo a introdurre tutte le calorie previste non me ne preoccupavo, pensavo che mangiare meno mi avrebbe aiutato a raggiungere prima i risultati. Passano le settimane, mi sento a mille, motivazione alle stelle, mangio bene, mi alleno e mi concedo anche tutte le attività mangerecce al campus della James Cook University. Sto bene dentro e fuori, sono contenta, sto andando alla grande e la gente mi nota dimagrita, niente e nessuno mi può fermare. Anche se a volte i commenti non sono poi così positivi.
NOVEMBRE 2015
Vado a Sydney!
Decido di recarmi all’Hard Rock Cafe per prendere una maglia ricordo di questa bellissima esperienza, ma non mi convince poi molto, mi scatto una foto nei camerini e ci penso un po’ su.
Nei giorni seguenti riguardo la foto, noto che in effetti sono un po’ troppo ristretta dentro quei jeans così larghi. Dopo mesi di dieta forse è giunta l’ora di pesarsi e capire cosa sia successo.
Una volta tornata a casa nella “mia città” cerco una bilancia pesapersone,
la trovo!
Con velocità la porto in camera,
mi spoglio,
tolgo le scarpe
e ci salgo,
quei pochi secondi sembrano attimi infiniti,
il display lampeggia ma il risultato fatica ad arrivare!
Poi ecco il responso: 35 chili!
Nonostante l’attività fisica, avevo perso totalmente i miei muscoli, ero svuotata, navigavo dentro i vestiti! E non me ne ero minimamente accorta! Il mio obiettivo era quello del sentirmi in forma, di mangiare bene, ma senza accorgermene avevo perso di vista il fatto che l’obiettivo l’avessi raggiunto da tempo e che il percorso fosse completamente sbagliato.
Seguire un’app pensata per gestire la tua dieta ti fa credere che stai facendo bene, che stai mangiando salutare, giusto per il tuo fisico e invece no!
Perché la tua altezza, il tuo peso e la tua attività fisica li stai inserendo in un macchinario che fa calcoli ma che non è un professionista, non ti guarda con gli occhi di chi sa cosa è giusto per te, è una calcolatrice senza anima che non vuole il tuo bene!
Mi crolla il mondo addosso, mi sento persa, in quel momento so che la prima cosa che devo fare è mandare al diavolo l’app, continuerò a muovermi, a fare esercizi, a mangiare bene ma aumenterò le quantità, non inserirò più nessun alimento all’interno di quella calcolatrice senz’anima!
Inizia così il mio nuovo percorso, un percorso in cui lascio decidere le mie sensazioni, nessuna app può aiutarmi in questo. Nessuna app può decidere il mio allenamento o la mia alimentazione.
GENNAIO 2016
Torno in Italia,
mi iscrivo in palestra,
inizio a mangiare sempre di più,
mi faccio seguire con gli allenamenti.
In palestra è tutto nuovo, cosa devo mangiare prima? E cosa devo mangiare dopo? Dopo quanto tempo?
Le domande sono tante ma le risposte sono quelle del palestrato più muscoloso della palestra.
Lui è uno di quelli che mangia per sentito dire, non sa nemmeno quello che sta facendo ma consiglia senza farsi troppi problemi anche integratori e piani alimentari.
Mi ero appassionata di alimentazione sui banchi di scuola, avevo studiato biologia all’università ma non avevo mai approfondito la tematica a livello professionale. Decido che è arrivato il momento di di studiare, di approfondire con basi scientifiche! Di sfruttare tutto ciò che ho studiato negli anni e di approfondire tramite corsi specifici per nutrizionisti.
La passione per la nutrizione nata a 15 anni si sviluppa così in passione per la nutrizione sportiva, in particolar modo per la nutrizione specifica per la Ricostruzione Corporea. Mi immergo in tutti i corsi, pubblicazioni, libri. Ore, giorni, mesi di studio matto e approfondito.
Capisco di aver sbagliato tantissimo, riesco a individuare tutti i miei errori:
– Allenamento non corretto, basato quasi esclusivamente sull’attività aerobica
– Alimentazione sbilanciata sui carboidrati e povera di proteine
– Alimentazione non basata sugli allenamenti
– Alimentazione povera di calorie
– Valutazione del risultato solo tramite bilancia
– Mancanza totale del supporto di professionisti.
Passano i mesi, provo ogni singolo consiglio su me stessa, la nutrizione per la Ricostruzione Corporea è proprio la mia branca preferita della nutrizione!
Mangio bene, mangio tantissimo e sono felice, il peso aumenta, ho meno massa grassa e più muscoli, sono finalmente tonica e mi piaccio tantissimo, mi sento finalmente in forma!
2018-2025
Dalla palestra… alla corsa.
Dal cambiamento personale… alla missione professionale
Dopo anni di palestra e studio dedicato alla Ricostruzione Corporea, c’era ancora un tassello che mancava: la corsa.
In realtà non è iniziata per scelta.
Il mio personal trainer insisteva:
“Prova. Fidati. Ti farà bene.”
Io non ne avevo nessuna voglia.
La corsa mi sembrava lontana da me, difficile, troppo impegnativa.
E infatti il primo allenamento è durato un minuto.
Uno.
Ma nonostante tutto… ho continuato.
Un minuto è diventato due.
Due sono diventati cinque.
Poi dieci.
E un giorno, senza che me ne accorgessi, mi sono trovata ad aspettare con piacere l’allenamento successivo.
Non correvo per dimagrire.
Non correvo per apparire.
Correvo per sentirmi viva, forte, presente.
E la corsa mi ha insegnato qualcosa che nessun libro mi aveva mai spiegato:
-
cosa significa avere paura di non farcela
-
cosa vuol dire partire da zero
-
come ci si sente quando il corpo non risponde
-
quanto sia difficile allenarsi quando mangi troppo poco
-
quanto sia importante nutrirsi bene per avere energie vere
Quella fatica l’ho vissuta sulla mia pelle.
Quella trasformazione l’ho costruita passo dopo passo.
E mentre correvo, cresceva in me una certezza:
Per aiutare davvero gli sportivi, devi aver provato tu per prima cosa significa essere sportiva.
La corsa è diventata la parte più autentica del mio metodo.
Mi ha resa più empatica, più concreta, più consapevole dei bisogni reali degli atleti amatoriali.
Oggi aiuto gli sportivi che fanno gli stessi errori che ho fatto io:
mangiare troppo poco, allenarsi a caso, fidarsi dei consigli sbagliati, sentirsi stanchi senza capire perché.
La corsa mi ha cambiato come persona.
La nutrizione sportiva ha cambiato la mia vita come professionista.
Insieme, hanno dato forma al metodo che oggi uso con i miei pazienti.
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GABRIELLA
CITARRELLA
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